Poesie e Storie Brevi
PREFAZIONE
Nel suo libro di poesie e racconti, tradotto in
inglese dalla stessa autrice e in italiano, tedesco e francese dal
sottoscritto, intitolato “Una linea d’orizzonte”, la cui copertina è illustrate
dal dipinto “Aegean Horizon” della prestigiosa pittrice internazionale Maria
Kalatzi di Skiathos, Vasiliki Dragouni posa una pietra miliare nel campo della
letteratura europea e intercontinentale. A Vasiliki Dragouni non si può non attribuire
quelle qualità letterarie che fecero grandi le poetesse greche classiche come
Saffo, Corinna, Telesilla, Prassilla, Erinna, Anite, Miro, Nosside, Edila,
Melinno e tante altre.
C’è da dire che Vasiliki Dragouni ha trovato la via
maestra per raccontare gli accadimenti vissuti personalmente o indirettamente
sia in versi sia in prosa, destreggiandosi abilmente in entrambi i generi
letterari e lasciando dietro di sé un dolce alone di mistero.
Analizzando gli scritti di Vasiliki Dragouni si evince
che come Anite1 che nei suoi versi scriveva: “Siedi, chiunque tu sia,
/ sotto i rami fiorenti d’alloro, / e al bel ruscello un’acqua dolce attingi, /
sì che le membra ansanti di grevi travagli d’estate / si riposino al tocco
della brezza”. Anche la moderna Vasiliki Dragouni scrive i suoi versi sulle
acque tormentate del mare che assistono ai drammi dell’umanità. Lei sente sulla
propria pelle l’esigenza di raccontare i drammi del nostro tempo, evidenziando
gli stati d’animo che si manifestano in chi li vive direttamente e in chi
assiste passivamente: “lì, dove la barca abbandonata / era inadatta alla
navigazione e dovevo / continuare a nuotare per salvarmi la vita” (“C’era una
barca”).
O come Erinna2 “[...]'Sei crudele, o Ade'.
Quando guardi, le belle lettere / ti diranno il crudelissimo fato di Bauci,
[...]”, Vasiliki Dragouni vede chiaramente e ne riconosce le crudeltà del
nostro tempo, come ad esempio le malattie “[...]la vita reale è un inferno,
molto più spaventosa di qualsiasi thriller. [...] rimuovere il cancro che la
chemioterapia e la radioterapia non sono riuscite a debellare. Questo [...]
spaventa più di un film dell'orrore” (“Film horror”).
E ancora come Nosside3 che nei suoi
epigrammi scriveva: “Nulla è più dolce dell’amore, ogni altra felicità gli è
seconda; [...]”, anche per Vasiliki Dragouni l’amore è una componente indispensabile
della vita, come lei stessa racconta ne “La via dell’amore”, dove l’amore,
seppure vissuto in povertà, è un forte sentimento che tiene unite due persone.
“L’amore muove le montagne”, diceva mia madre ed io aggiungo anche che l’amore
accorcia le distanze.
Vasiliki Dragouni possiede una grande dote naturale
che non è di tutti gli scrittori. Il suo stile lineare, apparentemente naturale,
è frutto di un’attenta ricerca letteraria consolidate nell’arco di diversi
decenni di pratica. La sua scrittura si presta alla facile traduzione in tante
lingue, perché scevra di artifizi letterari. Il lettore, indubbiamente,
usufruisce delle opere di Vasiliki Dragouni nelle varie lingue e provare la
straordinaria sensazione di trovarsi di fronte ad una scrittrice di levatura internazionale
che abbraccia un mondo senza confini, dove l’uomo è l’unico protagonista.
Giovanni Campisi
1 Anite:
Anite di Tegea (Arcadia, Grecia) III sec. A.C.
2 «Erinna: di Teo o Lesbo, o anche Telos secondo alcuni; Telos è un'isoletta presso Cnido. Altri la dicono di Rodi. Compose versi epici. Scrisse la Conocchia: è un poema in dialetto eolico e dorico di 300 esametri. Ha composto anche epigrammi. Morì vergine a 19 anni. I suoi versi furono giudicati degni di Omero. Fu compagna di Saffo e sua contemporanea».
3 Nosside:
visse a Locri Epizefiri sulla costa ionica reggina (Magna Grecia).
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