è il risultato della perfezione universale.
(Giovanni Campisi)
ALLA RICERCA
DELL’EFFIMERO
PREFAZIONE – GIOVANNI CAMPISI
In questi trenta racconti brevi o nano-racconti
Vasiliki Dragouni affronta un tema piuttosto attuale nel nostro tempo: la
caducità esistenziale, nota non solo dall’aspetto umano, bensì anche dal punto
di vista della vita di ogni essere vivente.
Il vivere è come un percorso altalenante e può
apparire sovente breve e insignificante, oppure lungo e noioso. In realtà la
vita è bella perché è varia e non è solo l’oggi che è importante, ma anche
l’ieri e il domani.
Il passato, il presente e il futuro sono i tre
elementi che danno senso all’esistenza di ogni essere vivente. Da questi tre
elementi noi, alla fine di ogni percorso vitale, traiamo il risultato che
comunemente chiamiamo esperienza di vita.
Le diverse vite che ogni essere vivente è chiamato a
vivere, sono il risultato dell’evoluzione della vita che si eterna, portando
con sé il bagaglio delle vite precedentemente vissute.
Un esempio dei tre elementi del
presente-passato-futuro lo incontriamo nei cinque racconti dedicati al forestiero
di Vasiliki Dragouni. Nel primo racconto l’autrice descrive l’incontro con il
forestiero che suscita la sua curiosità, nel secondo ci sono i ricordi legati
all’incontro, nel terzo c’è descritta l’assenza prolungata del forestiero, nel
quarto il ritorno, dove il forestiero riallaccia il dialogo con la protagonista
come se la prolungata assenza non fosse mai avvenuta. Infine, l’incontro si
conclude con l’addio. La fine di quel dialogo che si esaurisce, come ogni cosa nella
vita.
Interessante e non solo è il racconto “Il cielo blu”, dove
l’autrice descrive con particolare dovizia, come il cielo avvolge la terra in
modo protettivo per non farla precipitare nel cerchio di rotazione troppo
vicino al sole ed essere, con ogni probabilità, inghiottita.
Senza ombra di dubbio i racconti flash trovano un che di
rilevante nel contesto delle idee che balenano nella mente dello scrittore che
sente la necessità di trasformarle in piccole storie indelebili che può
rielaborare o semplicemente lasciarle così come sono, dando respiro a nuove idee.
La storia dei racconti brevi risale già ai tempi della
scrittura dei primi uomini e ancora prima, quando ancora gli uomini non
conoscevano la scrittura e si limitavano a disegnare determinati fatti che li
avevano impressionato nel corso della giornata, come ad esempio le scene di
caccia. Nella storia moderna il racconto breve trova la sua utilità nel voler
catturare un momento particolare della giornata cui abbiamo assistito o più
semplicemente un’idea particolare su cui ci siamo soffermati, pensando di
condividerla con gli altri o anche con noi stessi in un domani.
Vasiliki Dragouni ha centrato appieno tutti questi obiettivi,
esponendo tutta una serie di racconti brevi che spaziano dall’ironia alla
nostalgia, all’impazienza, all’esplorazione dell’ignoto via di seguito, dando
così un’ottima panoramica dell’insieme narrativo.
Concludendo si può dire che Vasiliki Dragouni dà sempre
nuovi spunti al lettore per ritrovare sé stesso tra le pieghe del quotidiano e
guardare oltre l’insondabile caducità esistenziale, scoprendo il significato
dell’effimero.
Giovanni
Campisi
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